Tachyum Prodigy a 2 nm: specifiche, prestazioni AI e confronto con NVIDIA

Danny Weber

21:32 13-11-2025

© Tachyum

Analisi del processore Tachyum Prodigy a 2 nm: fino a 1024 core, oltre 1.000 PFLOPS nell’AI e confronti con NVIDIA. Specifiche chiave e perché serve cautela.

Tachyum, azienda che da anni promette di sconvolgere il mercato dei processori di uso generale, ha presentato le specifiche aggiornate del prossimo chip Prodigy, realizzato con nodo a 2 nm. L’azienda non ha ancora portato un prodotto reale sul mercato, eppure le ultime affermazioni sono tutt’altro che timide.

Secondo i progettisti, il Prodigy a 2 nm sarebbe il primo processore a superare i 1.000 PFLOPS nei carichi di lavoro di intelligenza artificiale. La nuova generazione, sempre stando a quanto dichiarato, offre un incremento di cinque volte nelle prestazioni intere e fino a 16 volte nella velocità di elaborazione dei compiti di AI. Rispetto alle soluzioni attuali, Tachyum sostiene che Prodigy sia tre volte più rapido delle migliori CPU x86 nelle attività di AI e sei volte più potente delle GPGPU più veloci nell’HPC. Se questi numeri trovassero conferma, l’asticella per il silicio da calcolo si alzerebbe sensibilmente.

L’architettura punta in grande. Un die Prodigy a 2 nm integra 256 core e i sistemi server sono composti da più die di questo tipo. La gamma si articola in tre livelli:

Prodigy Ultimate

Fino a 768–1024 core e 24 canali DDR5; i modelli di punta raggiungono i 6,0 GHz.

Prodigy Premium

Da 256 a 512 core e 16 canali DDR5, con supporto a configurazioni fino a 16 die.

Prodigy Entry-level

Fino a 128 core e 4 oppure 8 canali DDR5.

Le ambizioni più forti guardano alle piattaforme server di NVIDIA. Sulla base di stime interne, i sistemi con Prodigy Premium supererebbero NVIDIA Vera Rubin NVL144 di quasi 26 volte nelle prestazioni AI, mentre le configurazioni Prodigy Ultimate avrebbero un vantaggio di circa 22 volte rispetto a Rubin NVL576. Margini così ampi, se replicati sul campo, cambierebbero la mappa del settore.

Tachyum afferma che un recente investimento da 220 milioni di dollari sta spingendo il progetto verso la produzione finale e un tape-out per la manifattura di test. Se l’azienda manterrà anche solo una parte di quanto delineato, il calcolo ad alte prestazioni potrebbe trovarsi davanti a una delle svolte più significative degli ultimi anni; finché però il silicio non arriverà davvero, conviene mantenere la prudenza.