Danny Weber
14:32 03-10-2025
© E. Vartanyan
Telegram smentisce che gli Stati Uniti abbiano accesso remoto ai suoi server: cifratura e architettura lo impediscono. Solo richieste legali, privacy tutelata.
Telegram ha smentito le voci secondo cui le autorità statunitensi avrebbero ottenuto accesso remoto ai suoi server. Secondo l’azienda, un accesso del genere è tecnicamente impossibile, alla luce dell’architettura della piattaforma e dei sistemi di cifratura. Lo riporta CyberInsider, che cita un commento dei rappresentanti del servizio. Una presa di posizione che punta a spegnere rapidamente i timori di intrusioni esterne.
Il chiarimento è arrivato dopo un post di Court Watch, secondo cui un tribunale federale negli Stati Uniti avrebbe autorizzato i procuratori a utilizzare una tecnica di accesso remoto per estrarre dati dai server di Telegram nell’ambito di un’indagine su crimini contro minori.
Telegram ha sottolineato che nemmeno i propri ingegneri possono leggere i contenuti dei messaggi: i server sono protetti da una cifratura complessa che, finora, non è stata aggirata. L’azienda ha inoltre dichiarato di non concedere, né di poter concedere, accesso diretto alla propria infrastruttura. Una formulazione che lascia poco spazio a interpretazioni.
Allo stesso tempo, la società ha precisato di moderare i contenuti dannosi e di soddisfare le richieste delle autorità statunitensi quando hanno una base legale, fornendo esclusivamente ciò che la legge consente—per esempio indirizzi IP e numeri di telefono degli utenti che violano le regole del servizio. Il messaggio complessivo traccia una linea netta: collaborazione sulle richieste legittime senza aprire la porta alle conversazioni private. Una posizione che appare calibrata tra esigenze investigative e tutela della privacy.