Chrome introduce la CPU Performance API: più stabilità e meno consumi, ma che fine fa la privacy?

Danny Weber

11:55 08-10-2025

© google.com

Google testa in Chrome la CPU Performance API: siti che si adattano all’hardware per giochi più fluidi e minori consumi, ma con possibili rischi per la privacy.

Google sta testando una nuova funzione di Chrome chiamata CPU Performance API, pensata per consentire al browser di calibrare in automatico il comportamento dei siti in base alle capacità del dispositivo. Accanto alla già esistente Compute Pressure API, che indica il carico attuale della CPU, la nuova interfaccia permetterebbe ai siti di adattare in modo dinamico i contenuti in funzione della potenza dell’hardware.

In concreto, per gli utenti, questo potrebbe tradursi in meno blocchi e arresti anomali quando si usano strumenti impegnativi come giochi o videochiamate su macchine meno potenti. Ottimizzare in base alla capacità del processore dovrebbe anche favorire un consumo energetico più parsimonioso, prolungando l’autonomia di laptop e dispositivi mobili. Per gli sviluppatori, il vantaggio è la libertà di creare varianti di app più flessibili, rompere con il modello unico per tutti e raggiungere un pubblico più ampio. Sulla carta, appare una scelta di buon senso che riconosce quanto eterogeneo sia davvero l’hardware reale.

C’è però un rovescio della medaglia: i rischi per la privacy. Pur senza rivelare il modello esatto della CPU, l’esposizione di dati prestazionali può rendere più nitida l’impronta digitale del dispositivo, un metodo utilizzato per il tracciamento occulto. Più segnali si raccolgono, più diventa semplice riconoscere una persona dalle caratteristiche uniche del suo sistema. Un equilibrio delicato che merita attenzione.

Tirando le fila, la nuova funzione di Chrome promette un miglioramento tangibile in comfort e stabilità, pur sollevando nuove domande sulla tutela della privacy. Nei prossimi mesi Google continuerà i test e deciderà come procedere. Il vero banco di prova sarà l’equilibrio tra velocità e privacy, da cui dipenderà il suo futuro.