Tesla ritarda AI5: robotaxi Cybercab 2026 su AI4, tra autonomia e rischi
Elon Musk conferma: il supercomputer AI5 slitta a metà 2027. Cybercab 2026 userà l’hardware AI4 per Autopilot, con impatto su guida autonoma e funzioni.
Elon Musk conferma: il supercomputer AI5 slitta a metà 2027. Cybercab 2026 userà l’hardware AI4 per Autopilot, con impatto su guida autonoma e funzioni.
© A. Krivonosov
Tesla ricalibra ancora una volta la propria tabella di marcia sulle tecnologie chiave. Elon Musk ha confermato che il prossimo supercomputer interno per l’Autopilot, AI5, non sarà disponibile nei volumi necessari prima della metà del 2027. Di conseguenza, il robotaxi Cybercab previsto per il 2026 debutterà sulla piattaforma attuale, AI4, lo stesso hardware presente sulle odierne Model S, 3, X e Y.
Il rinvio è consistente. Nel 2024 Musk aveva indicato che AI5 sarebbe arrivato nella seconda metà del 2025 e sarebbe stato dieci volte più potente dell’attuale generazione. Oggi l’azienda afferma di dover produrre alcune centinaia di migliaia di schede finite prima di poter spostare la produzione sul nuovo processore.
Questa svolta si scontra con la visione di Cybercab: un veicolo completamente autonomo, privo di volante e pedali. Poiché AI4 non è ancora in grado di garantire una guida realmente autonoma, il robotaxi rischia di essere limitato nelle funzioni effettive. In questo contesto, la presidente di Tesla ha recentemente lasciato intendere la possibilità di aggiungere volante e pedali, anche se Musk ha respinto pubblicamente quell’ipotesi.
Lo slittamento di AI5 ha anche un rovescio della medaglia: Tesla passerà più tempo a rifinire il software sull’hardware esistente, invece di puntare subito al tetto prestazionale del nuovo sistema. Allo stesso tempo, i proprietari dei modelli attuali difficilmente si sentiranno tagliati fuori nell’immediato: il divario tra le generazioni sarà più stretto.
Detto ciò, rinviare ancora una tecnologia portante non può che alimentare dubbi sulle ambiziose promesse di piena autonomia. E se Tesla dovesse davvero lanciare Cybercab senza comandi per il conducente, sarebbe la scommessa più rischiosa del marchio finora: un esercizio da funamboli con margini d’errore ridottissimi.