Bowers & Wilkins Px8 S2: lusso e suono hi‑res, ma a 799 dollari
Recensione delle Bowers & Wilkins Px8 S2: cuffie hi‑end da 799 dollari con driver in carbonio, DAC 24 bit, aptX Lossless e ANC. Suono ricco, funzioni limitate.
Recensione delle Bowers & Wilkins Px8 S2: cuffie hi‑end da 799 dollari con driver in carbonio, DAC 24 bit, aptX Lossless e ANC. Suono ricco, funzioni limitate.
© Bowers & Wilkins
Bowers & Wilkins punta di nuovo a fissare l’asticella dell’ultra‑premium, e le Px8 S2 sono chiaramente pensate per chi il lusso è disposto a pagarlo. C’è però un punto fermo: quel lusso costa 799 dollari. Sono 100 dollari in più rispetto alle Px8 originali e 200–300 in più dei top di gamma di molte rivali. La domanda, a questo punto, è dove finisca l’eccellenza e inizi l’eccesso.
Le Px8 S2 sono più di un semplice restyling. Il design cambia: i padiglioni sono più sottili e l’archetto lascia intravedere i cavi, un tocco artigianale che accentua la sensazione di oggetto costruito con cura. I materiali restano quelli noti, ma l’impressione di fascia altissima è più marcata: pelle morbida e metallo in pari misura.
Sotto la scocca, il rinnovamento è sostanziale. Arrivano nuovi driver da 40 mm con diaframmi in carbonio e un DSP nativo a 24 bit con DAC e amplificatore dedicati. C’è poi un equalizzatore a 5 bande più ampio e una modalità True Sound che riporta con un tocco la taratura di fabbrica. Spiccano anche il supporto a aptX Lossless e la possibilità di riprodurre audio hi‑res reale (24 bit/96 kHz) via USB‑C.
Il comparto microfoni ora ne conta otto: sei dedicati all’analisi del rumore esterno e due interni. In chiamata lavorano tutti e otto e, insieme all’algoritmo Pure Voice aggiornato, la chiarezza della voce fa un salto percepibile.
Se B&W sono celebri per qualcosa, è il suono. Le Px8 S2 offrono una resa ricca, ampia e molto dettagliata. La firma timbrica è aperta, calda e ariosa: quel carattere da ascolto audiofilo per cui il marchio è apprezzato. Sui brani più pacati, il livello di sfumatura colpisce: risonanze sottili degli archi, il respiro dell’esecutore, microdinamica restituita con finezza.
L’autonomia è all’altezza. Le 30 ore dichiarate con ANC attivo trovano riscontro nell’uso reale, anche alternando spesso la modalità trasparenza e lo streaming in alta risoluzione.
Il prezzo è l’ostacolo principale. A 799 dollari non si parla più soltanto di premium: si sfiora l’alta gamma. È ben oltre la soglia di comfort per molti acquirenti e superiore a quasi tutti i top di gamma concorrenti.
Quanto al suono, il basso è generoso. Con rock ed elettronica la gamma bassa ha presa e autorevolezza; su materiale più delicato tende però a prendersi la scena. In alcuni brani la batteria arriva quasi a coprire gli altri strumenti, spostando l’equilibrio.
Anche i controlli fanno discutere: i pulsanti sono più piccoli e spostati sul bordo del padiglione, e l’uso alla cieca diventa meno immediato. L’ergonomia non è il loro punto forte.
L’azienda rinuncia di nuovo alle comodità più evolute: niente hotword per l’assistente vocale, niente profili sonori intelligenti, nessuna regolazione automatica all’ambiente. Su questo fronte Sony, Bose e Sennheiser sono avanti.
Le Bowers & Wilkins Px8 S2 costano care, ma suonano in modo splendido. Dimostrano come il lusso possa essere insieme magnifico e un po’ poco pratico. In termini puramente sonori superano molte rivali, ma il prezzo e le funzioni ridotte le rendono un acquisto per pochi. Se il budget non è un problema, la ricompensa è un suono davvero sontuoso. Se cercate un equilibrio più stretto tra costo e dotazione, è il caso di pensarci due volte.